KPI sicurezza sul lavoro: oltre un secolo di misurazioni
Già agli inizi del secolo scorso la società industrializzata monitorava alcuni indicatori di sicurezza, anche se per ragioni ben diverse dalle attuali ambizioni del sistema di gestione della sicurezza. Negli anni successivi alla Piramide di Heinrich, l’avvento della BBS spostava l’attenzione dagli “indicatori a posteriori” ai KPI PROATTIVI. Proprio a quest’ultimi dedichiamo una serie di articoli con esempi pratici di key performance indicator preventivi ovvero precedenti agli eventi.
Indicatori sicurezza: cosa e perché misurare?
Il momento storico della domanda influenza notevolmente la risposta ed oggi non sorprende più nessuno l’esigenza di prendere decisioni su dati oggettivi.
Le organizzazioni scelgono i KPI anche in base al grado di maturità del sistema di gestione sicurezza e ai propri obiettivi prefissati, come puoi approfondire nell’articolo riassuntivo degli otto passi per la gestione efficace dei KPI sicurezza sul lavoro.
KPI reattivi
Nella prima metà del ventesimo secolo le visioni di Taylor erano molto diffuse e l‘esigenza di registrare infortuni era direttamente correlata alla perdita di produttività. Alcuni esempi pratici di KPI sicurezza sul lavoro dell’epoca, che utilizziamo ancora oggi:
- LTI – Lost Time Injury Frequency Rate ovvero indice infortuni con giorni persi
- MTI – Medical Treatment Injury Frequency Rate ovvero indice infortuni con medicazione
Entrambi gli esempi di key performance indicator citati prendono in considerazione solo gli eventi già accaduti. Sono ben diversi quindi dagli indicatori proattivi, lasciando spazio solo agli interventi correttivi.
Inoltre, i programmi d’incentivi basati solo sulla riduzione dei tassi d’infortunio possono avere la conseguenza non intenzionale di sfalsare i dati, come vedremo in un articolo successivo.
KPI proattivi
Oltre alla piramide, Heinrich ha contribuito notevolmente allo sviluppo della sicurezza sul lavoro. Sopratutto con i lavori più tardivi quando ha spostato l’attenzione dalle sole condizioni di lavoro agli atti non sicuri. Le ulteriori scoperte e l’avvento della BBS (Behaviour Based Safety) hanno favorito quindi anche lo sviluppo di indicatori proattivi.
Proprio alla famosa piramide rappresentata spesso come un iceberg ci ispiriamo per il primo articolo della serie incentrata sugli esempi pratici di kpi proattivi.
Esempi pratici KPI PROATTIVI: findings operai
Come abbiamo già visto nell’articolo dedicato, l’uso della piramide di sicurezza è segno che l’organizzazione va oltre le segnalazioni di eventi infortunistici più o meno gravi. Essa indica un orientamento alla cultura dell’analisi e risoluzione dei problemi minori, affinché le stesse cause non generino in futuro eventi più gravi.
La tipologia d’informazioni raccolte dipende da chi segnala
In base al grado di maturità del sistema di gestione della sicurezza cambia anche la popolazione aziendale che partecipa attivamente alle segnalazioni appartenenti ai livelli sott’acqua dell’iceberg. Ovvero, la base della piramide di sicurezza rappresentata dai near miss e dalle anomalie (findings, concern o altre nomi per richiamare gli atti e le condizioni non sicure).
É proprio in questa zona che possiamo trovare alcuni esempi di key performance indicator proattivi utilizzati da SOFTCAREHSE.
Perchè facilitare le segnalazioni del personale operativo?
Grazie agli sviluppi della sicurezza sul lavoro, le aziende virtuose sono da tempo andate oltre la limitata visione tayloristica delle tre fasce indipendenti dell’organizzazione che non si confrontano:
- chi definisce le procedure e i modi di lavorare
- le persone che si devono adattare per metterle in atto
- i verificatori alla ricerca di deviazioni e violazioni
Oggi, pur mantenendo la distinzione tra progettisti, esecutori e supervisori, assistiamo a più interazioni e momenti di confronto tra i vari ruoli. Inoltre, abbiamo già sperimentato quanto sia prezioso il contributo che le persone operative possono dare al raggiungimento degli obiettivi di tutela della salute e sicurezza sul lavoro.
Sono proprio loro che vivono in prima persona l’adeguatezza delle misure di prevenzione e protezione messe in atto e possono, non solo segnalare situazioni particolari ed eccezioni alla regola, ma addirittura proporre soluzioni interessanti.
KPI PROATTIVI non solo nell’ambito sicurezza sul lavoro
Siamo abituati ad associare il lavoro di Heinrich ed i successivi sviluppi di Bird ed altri alla piramide di sicurezza, ma tanti principi si applicano anche alla gestione della qualità, dell’energia nonché alla tutela dell’ambiente. Possiamo trovare esempi pratici di KPI PROATTIVI per ciascuno di questi ambiti:
- tutela dell’ambiente: riunioni ambientali
- qualità: a breve
- energia: a breve
Per sapere di più riguardo i KPI consulta la pagina dedicata o contattaci direttamente per una demo gratuita.
Bibliografia:
- Sidney Dekker – Fondamenti di scienza della sicurezza. Un secolo di studi su incidenti e disastri , edizione italiana a cura di Hirelia Edizioni, settembre 2020. Per maggior informazioni consulta le pubblicazioni di Sidney Dekker.