Gestione del rischio chimico: cosa sapere per non trovarsi impreparati (1/2)

Tra le molteplici tematiche affrontate nel campo dell’area HSE la gestione del rischio chimico ha sicuramente un ruolo di spicco.

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, il rischio chimico non si presenta solamente nelle realtà industriali di settore o nei laboratori bensì in tutte quelle aziende che utilizzano agenti chimici che possano risultare dannosi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.


ASPETTI LEGISLATIVI

La problematica in questione viene ad essere regolata a più livelli, con normative nazionali ed internazionali che cercano di percorrere una strada comune.

IN ITALIA

Per quanto riguarda l’Italia il decreto legge di riferimento è il D.Lgs 81/08, conosciuto anche come “Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (TUS o TUSL)”.

Questo decreto ha come obiettivi principali:

  • Stabilire quelli che sono gli obblighi che ogni datore di lavoro ha nei confronti dei suoi dipendenti
  • Stabilire le sanzioni in caso di inadempienza alle disposizioni date
  • Introdurre le figure professionali che facciano rispettare obblighi e disposizioni

Ovviamente all’interno di questo decreto si trovano tutte le specifiche per quel che riguarda il tema di sicurezza dal rischio chimico.

IN EUROPA

Relativamente a questo argomento anche l’Unione Europea si è espressa, promulgando il regolamento (CE) n. 1907/2006, il cosiddetto REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of CHemicals) che ha come obiettivo quello di assicurare un più alto livello di salute e sicurezza ambientale.

Tramite questo regolamento è possibile ottenere informazioni complete riguardo a:

  • le proprietà nocive dei prodotti
  • i rischi correlati ad un uso variabile in termini di tempo delle sostanze chimiche
  • tutte le misure di prevenzione da adottare per lavorare in sicurezza.

Il REACH si occupa della regolamentazione di fabbricazione, importazione e immissione sul mercato di tutte le sostanze chimiche come tali o come componenti di miscele/prodotti finiti. Da ciò si evince come debba essere rispettato dalla stragrande maggioranza delle aziende europee.

Il REACH ha come obiettivo quello di limitare il rischio chimico attraverso quattro processi:

  • REGISTRAZIONE: Obbligo per produttori e importatori di sostanze chimiche di presentare all’ente europeo di controllo ECHA (European Chemicals Agency) una serie di informazioni sulle caratteristiche delle sostanze.
  • VALUTAZIONE: L’ECHA controlla che le informazioni fornite siano corrette e corrispondano agli standard di sicurezza; inoltre gli Stati membri dell’Unione Europea si occupano in autonomia di valutare le sostanze che destano particolare preoccupazione a livello di salute e ambiente
  • AUTORIZZAZIONE: Ci sono sostanze che vengono definite come “estremamente preoccupanti”, le cosiddette SVCH (Substances of Very High Concern) che devono essere autorizzate prima di poter entrare in commercio. Riguardano sostanze cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione etc. Attualmente ci sono 223 sostanze in attesa di autorizzazione.
  • RESTRIZIONE: Quelle sostanze che presentano rischi troppo elevati per salute e ambiente vengono parzialmente o totalmente bloccate dal mercato.

Ogni prodotto chimico sul mercato è accompagnato dalla sua scheda di sicurezza (SDS -“Safety Data Sheet”), redatta dall’industria chimica produttrice.

Questa ci da un’idea tangibile di quello che è il rischio chimico relativo.

Al suo interno la SDS racchiude le informazioni, le caratteristiche possedute dal prodotto e una descrizione analitica dei rischi, in modo da permettere al personale preposto di valutarlo nel modo più oggettivo possibile.

Le aziende sono chiamate a riconsiderare l’uso di determinate sostanze e valutare l’utilizzo di prodotti alternativi più sicuri.


ISO 45001

Oltre agli aspetti legislativi precedentemente analizzati merita una menzione particolare l’ISO 45001.

ISO 45001 (“Occupational health and safety management systems – Requirements with guidance for use”) è lo standard internazionale mondiale per un sistema di gestione della salute e della sicurezza sul lavoro; è perciò una norma applicabile a qualsiasi azienda/organizzazione che desideri adeguarsi, implementare e/o mantenere un sistema di gestione che migliori la salute e la sicurezza sul lavoro, ridurre o eliminare i pericoli, tra cui il rischio chimico.

La norma condivide la “struttura di alto livello” (HLS) con altre ISO che si occupano di tematiche affini, come la ISO 9001 in tema di qualità o la ISO 14001 in tema di ambiente, in modo tale da favorire e facilitare l’integrazione di nuove aree e nuovi ambiti nei sistemi di gestione già consolidati.

Come può un sistema di gestione inserirsi all’ interno di queste complesse regole e facilitare i processi interni di un’azienda?

Nella seconda parte di questo articolo vedremo come questa norma tracci un vero e proprio metodo gestionale e offra una linea guida chiara per quel che riguarda il processo di omologazione di un prodotto chimico all’interno di un’azienda.


BIBLIOGRAFIA

https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-news-brochure-uni-iso-45001.pdf

https://echa.europa.eu/it/regulations/reach/understanding-reach

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2008/04/30/008G0104/sg

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